Questa è la storia triste e luminosa della piccola partitura manoscritta di un’opera per voci bianche, infilata di fretta dal musicista-ebreo Rudolf Freudenfield fra le poche cose necessarie, cibo, qualche vestito, nella valigia preparata per un viaggio incerto, che non s’immagina senza ritorno, ed arrivata fino a noi per testimoniare
e ricordare con la forza della musica e della poesia i bambini, più di un milione, e gli artisti che persero la vita ed ogni traccia dei loro stessi corpi fisici nella tragedia dell’Olocausto.
Parole di speranza, vita e futuro, che risuonano alte di fronte al vuoto orrore che sarà il loro destino.
Alberi ed alberi sono cresciuti, da allora, cumuli e cirri e cirrocumuli di nuvole sono passati attraverso lo stesso cielo, gli anni sono trascorsi con la fretta della storia e non si sa
se il regno è distrutto e tiranni ce ne sono sempre, ma noi, chi ama l’equità, siamo ancora qui, con loro, con i bambini di Terezin.